PER NON DIMENTICARE - I LUOGHI:
VIA CARLO SAMIOLO

Nato il 7 marzo 1895 a Guarda Veneta, in provincia di Rovigo. Viveva a Monza in via Volta 7, con la moglie Giuseppina Bergomi e i loro sei figli. Era capo dell’ufficio del personale della sezione V della Breda. Samiolo fu arrestato l'8 marzo 1944 insieme agli ingegneri Ezio Margotti e Ivan Massini, tutti si erano rifiutati di fare i nomi dei responsabili della proclamazione dello sciopero e per questo i nazifascisti li considerarono loro complici. Dopo una permanenza di un mese e mezzo a S.Vittore, il dirigente della Breda il 27 aprile 1944 fu trasferito a Fossoli, il 22 luglio a Bolzano e il 5 agosto fu deportato a Mauthausen, dove arrivò il 7 e fu immatricolato con la serie 82511. Anche per lui, le terribili condizioni di vita del lager di Gusen furono una prova impossibile da superare; la sua fine, datata 22 aprile 1945, è testimoniata dal deportato milanese Franco Orsi:

E' mio doloroso dovere comunicarvi che il caro compagno di sofferenze è stato assassinato nella notte dal 21 al 22 aprile 1945 nel campo di Gusen I. Dopo alcuni mesi di lavoro alle cave di granito era passato a lavorare alla Steyr e infine in marzo per le sue miserevoli condizioni fisiche, al blocco 24 degli invalidi. Il giorno 21 aprile, con la scusa di una visita medica, venne mandato con altri 400 del blocco 24, al blocco 31 dell'infermeria, nel quale venne immesso dell'acido cianidrico, per cui tutti rimasero asfissiati. In quella notte e in quella successiva più di 7500 uomini morirono a Gusen e Mauthausen.
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