Villa Reale sede della XXV Legione MVSN (Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale) "Ferrea" poi GNR e dell'UPI (Ufficio Politico Investigativo).
Qui si era insediato Luigi Gatti, squadrista della prima ora, poi maggiore della Legione Ferrea e successivamente capo dell'UPI (Ufficio Politico Investigativo).
Gli uffici dell'UPI occupano cinque locali al primo piano nobile dell'edificio, al piano superiore gli alloggi privati di Gatti e del tenente colonnello Mariani.
Le celle sono in un’ala del palazzo adibita allora a scuola media femminile.
Nelle celle s'imprigiona, negli uffici si tortura.
Nella fontana gelata vengono immersi i prigionieri nudi e incatenati.
Nei cortili venivano trascinati i genitori dei ricercati contro i quali venivano scagliati i cani per convincerli a confessare dov'erano nascosti i figli.
Qualche vittima racconta anche la messa in scena di finte esecuzioni.
Qui il 17 giugno 1944, due partigiani di Lissone, Remo Chiusi e Mario Somaschini, accusati di un attacco con bombe a mano nella loro città, furono torturati e poi fucilati.
Qui Il 25 gennaio 1945 Vittorio Michelini, Raffaele Criscitiello e Alfredo Ratti, capo e membri della cellula monzese del Fronte della Gioventù, il movimento partigiano fondato da Eugenio Curiel, catturati dopo un'azione mirata al recupero di armi alla caserma di via Volturno, furono torturati e poi fucilati nei Boschetti reali.
Testimonianza di Piero Gambacorti Passerini: “Fra i tanti supplizi subiti, ricordo uno messo in pratica da un certo Bussolin: le due mani legate, le ginocchia fatte sporgere per la forte flessione degli arti sul tronco al di sopra dei gomiti e fissate da un manico di scopa che passava al di sopra dei gomiti e al di sotto delle ginocchia; così ridotto un uomo non può in alcun modo difendersi e nemmeno riparare con parti più resistenti zone più delicate del proprio corpo.
Così ridotto ad una palla, venivo colpito disordinatamente dai miei carnefici con calci, pugni, colpi di frusta e bastonature.."