Angela nasce a Bellusco il 17 gennaio 1924, nel 1929 la famiglia si trasferisce a Monza nel quartiere di San Fruttuoso.
Il padre è un socialista che i fascisti prendono spesso di mira con le loro angherie mentre la madre è attivista sindacale in fabbrica.
A quattordici anni Angela ha la sua prima esperienza di lavoro in una fabbrica di tessitura, poi lavora alla Olap di Milano in un reparto di verniciatura e in seguito alla Magneti Marelli di Crescenzago.
Lì si unisce ad un gruppo socialista interno alla fabbrica che partecipa attivamente alla causa antifascista del quale facevano parte i compagni Lucchini e Stanghini.
Nel 1943, a diciannove anni, viene arrestata per aver distribuito volantini contro il fascismo.
Riesce, per la sua prontezza di spirito durante l’interrogatorio, a farsi rilasciare.
Il 25 luglio partecipa all’epurazione dei fascisti della Marelli e per questo, alla restaurazione fascista dell’8 settembre, viene licenziata in tronco.
Riesce a trovare lavoro come operaia alla Tessitura Rovelli di Monza e si avvicina alla Resistenza prendendo contatto con i comunisti del suo quartiere, Giuseppe Marelli e Achille Longoni.
Inizia un’intensa attività di volantinaggio e propaganda politica e partecipa alla raccolta ed invio di materiale per i partigiani in montagna.
Il 25 Aprile del ’45, per Monza il 26, Angela ricorda la felicità e la gran confusione ma anche l’orrore provato nel vedere il luogo di tortura e di morte che i fascisti avevano organizzato in piazza Trento e Trieste (ndr la Casa del Fascio ora Agenzia delle Entrate in Via Passerini), il sangue frettolosamente asciugato con segatura e l’enorme stufa dove erano stati bruciati gli indumenti ed i resti dei partigiani che avevano avuto il tremendo destino di essere presi e portati sino lì.
In questo luogo lei e le sue compagne Rosetta Pacchetti ed Elisa Pezzotta si erano recate per prendere le armi da portare ai partigiani che circondavano le scuole di San Fruttuoso dove ancora erano asserragliati molti fascisti.
Da quel drammatico periodo Angela diceva spesso di aver imparato il ripudio della guerra e della violenza.
Dopo la Liberazione Angela è attivissima nel sindacato e a San Fruttuoso: segretaria Cgil per il settore tessile, nel suo quartiere si batte per la realizzazione dell’asilo nido e per rendere fruibile ai cittadini l’area verde.
Nel 1955 sposa civilmente il suo compagno Mario Scuratti, antifascista e deportato nel campo di concentramento di Bolzano.
Mario muore nell’agosto 2009, Angela nel marzo 2011.
Nel 2013 le sono stati intitolati i giardini di San Fruttuoso.