Enrico, nato il 22 luglio 1915 a Monza, era lavoratore
meccanico alla Singer, la filiale monzese della
fabbrica americana di macchine da cucire.
Operaio e
partigiano partecipò con uno dei primi gruppi ribelli
monzesi al trafugamento delle armi abbandonate
dopo l'8 settembre nella scuola di via Foscolo, le
stesse che poi furono consegnate al gruppo di Enrico
Bracesco.
Fu il principale animatore e punto di
riferimento della cellula antifascista all'interno della
Singer, attiva nella diffusione della stampa
clandestina e motore dello sciopero del marzo del
'44.
Miracolosamente sfuggito alla cattura in aprile,
quando caddero nella rete della polizia fascista i
Campana e altri partigiani della Singer, non sfuggì
all'arresto nell'autunno del 1944.
Incarcerato a San
Vittore, fu trasportato con automezzi a Bolzano
l’11/11/1944 e da qui deportato a Mauthausen il
giorno 20 (matricola 110328).
Morì in luogo non
conosciuto il 25 gennaio 1945, dopo solo due mesi
d'intensi patimenti.
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Il loro sacrificio è ricordato dai compagni di lavoro della SINGER